affranto rimango aspettando il domani,
con niente da stringere, nulla da amare,
ma intanto il mio sguardo continua a vagare
nell'incubo dolce di un luogo a me caro,
di oggetti che vivono, e sento l'amaro,
di un futuro acceso ma calmo e pacato
con qualcuno forte che sieda al mio lato,
qualcuno che sappia cullare i miei pianti,
che dica sapendo quando farsi avanti,
disposto a accettare la pura dolcezza
nell'intimo abbraccio, crudele carezza
che sfiora il mio spirto nel giorno sventato
quando sento l'animo ahimè abbandonato
ch'è vittima triste di giochi infelici
che ledon la carne senza cicatrici
Nessun commento:
Posta un commento