Tu sai che non posso così sospirare,
che quando lo faccio potrei stare male,
ma se non t'importo perché continuare
quest'infame gioco per me sì letale?
O tu predatore mi cacci crudele,
mi rendi tuo schiavo, seguace fedele,
e lento mi spingi la, verso il crepaccio,
un passo, m'inghiotte, ed ora che faccio?
Da solo rimango chiuso in una gabbia
fatta di silenzi e di muri di sabbia,
che alzata dal soffio di mille pensieri
acceca i miei occhi e nasconde i misteri,
affonda quei passi finora compiuti,
impronte lasciate nei giorni vissuti,
per avvicinarmi al tuo impegnato cuore,
dal quale più ora non posso scappare.
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