Si piegano al vento le nodose fronde
bagnate dal pianto di nubi iraconde
che avanzan solenni, nel piombo del cielo,
si scontrano in guerra con sguardi di gelo,
un roseo velluto cospargono al suolo
dei fiori suicidi che esplosi nel duolo
lasciato han nell'aria il profumo del lutto
di cui assaggi presto quell'ultimo frutto.
E tu che mi parli, che non mi consoli,
che dici disgrazia, mi sfiori e poi voli
al tuo nido rimasto sul ciglio d'un ramo,
risponder non vuoi anche se dico t'amo,
rifuggi dal buio che dentro ti tieni,
temendo in me il debole ancor mi sostieni,
non sai che del Sole un pezzetto ho rapito
rinchiuso in un lume che in me è custodito.
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