Ho imparato a riempirmi e a svuotarmi di pazienza, come un frutto che gli altri possono nutrire o da cui possono succhiare fuori tutta la polpa attraverso le parole, e conosciuto situazioni ai limiti delle mie ragioni; ne avevo bisogno, perché con questa esperienza ho potuto ritrovare me stesso, e riscoperto la forma di quello che voglio.
sabato 9 febbraio 2013
In sedici giorni di ospedale ho avuto modo di conoscere incredibili storie e persone splendide, tanto da chiedermi come mai fossero tutte concentrate in quel posto, e nessuna al di fuori...persone di cui facilmente avrei potuto innamorarmi, e che sarei rimasto ad ascoltare per ore senza mai stancarmi, con i loro racconti di progetti, avventure e fallimenti. Era da tanto che cercavo un riscontro di questo tipo dalla vita, anche se uno mi è arrivato proprio all'inizio di quest'anno di università: una ragazza unica, intrisa di valori e di idee, una persona appassionata e sincera, capace di discorrere, e non di biascicare semplicemente qualche frase superficiale; con lei prendere un caffè si rivela un divertimento, perché in pochi minuti nascono e tramontano vite e sogni, e non c'è modo di annoiarsi.
E di questa esperienza ricorderò quel ragazzo che all'inizio si prendeva cura di me, curando quando finivano le flebo, vigile anche di notte, perché non dormiva per il dolore dei tamponi; ricorderò Antonio con i nostri pranzi e le cene trascorsi a parlare di viaggi, passioni e valori, e le sue storie avvincenti; ricorderò il giorno in cui un caro signore di 81 anni scoppiò in lacrime perché era stufo di vedere l'ospedale, e seduto sul letto accanto provai a consolarlo, quando poi mi disse che non gli era mai capitato di trovare un amico in circostanze simili, e quando il giorno della sua dimissione, felice, lo aiutai a vestirsi bene per tornare a casa.
Ho imparato a riempirmi e a svuotarmi di pazienza, come un frutto che gli altri possono nutrire o da cui possono succhiare fuori tutta la polpa attraverso le parole, e conosciuto situazioni ai limiti delle mie ragioni; ne avevo bisogno, perché con questa esperienza ho potuto ritrovare me stesso, e riscoperto la forma di quello che voglio.
Ho imparato a riempirmi e a svuotarmi di pazienza, come un frutto che gli altri possono nutrire o da cui possono succhiare fuori tutta la polpa attraverso le parole, e conosciuto situazioni ai limiti delle mie ragioni; ne avevo bisogno, perché con questa esperienza ho potuto ritrovare me stesso, e riscoperto la forma di quello che voglio.
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